Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

La brigata Stella dalla sua nascita, naa come battaglione della Brigata aremi, fu intitolata a Stefano Nino Stella, uno dei primi caduti della resistenza,  morto nell'agguato a Riva di Staro
8 MAGGIO 1944 RIVA DI STARO (VICENZA)
"...Viene ferito e catturato Severino Sbabo “Vecio” di Staro, che viene poi seviziato e fatto sfilare con le gambe fratturate per pubblico disprezzo a Valdagno prima di essere barbaramente ucciso a Cereda di Cornedo Vicentino il giorno 11 maggio 1944."
La sera dell' 8 maggio 1944 "Binda" assieme ad un altra dozzina di partigiani, si stava recando verso Malga Campetto per partecipare ad una riunione di comandanti. Li avrebbe accompagnati fino al comando Oscar dal Maso "Tarzan" in loro attesa presso contrà Busellati.
Durante il trasferimento notturno la pattuglia si fermò, per motivi mai chiariti, alla Riva, una minuscola frazione ai piedi di Staro. Nell'abitato, poche ore prima, era giunto un gruppetto di 4-5 fascisti, evidentemente informati del passaggio dei partigiani perché si erano appostati senza indugi in una barchessa al di là della strada.
Due o tre partigiani si staccarono dal gruppo per andare a chiamare un'anziana signora, Rosina Gusela, la cui abitazione era proprio dirimpetto all'edificio dove si erano celati i fascisti. Tardando la donna a rispondere, i giovani arretrarono verso la barchessa per ripararsi dalla pioggia. Fu allora che i fascisti scatenarono una nutrita sparatoria e un lancio di bombe a mano contro il gruppo di partigiani, colpendone quattro...
Domenico roso "Binda", gravemente ferito, riuscì a nascondersi pur rimanendo in prossimità delle abitazioni. Al mattino un uomo della contrada lo caricò su un carretto sul quale aveva steso un materasso e lo condusse fino alla contrada Grijo, alla quale si proponeva di far venire da Torrebelvicino il Dr. Giovanni Pontivi. Ma Binda spirò prima che il medico potesse raggiungerlo.
Severino Sbabo, impossibilitato a camminare, dopo essersi celato in contrada sotto una catasta di pali fu catturato dai fascisti che lo portarono a Cereda di Cornedo, dove fu torturato e fucilato.
Stefano (Nino) Stella "Traingher", ferito all'addome e con la vescica perforata, riuscì a raggiungere località Busellati dove fu accolto dalla pattuglia di "Tarzan" che inviò staffette a Recoaro, Valdagno e a Schio per far venire un medico. Poiché questi tardava a giungere, i partigiani presero la decisione di trasportare il ferito a Torrebelvicino, attraverso i boschi di Civillina.
Dalla sua abitazione i familiari lo condussero quindi all'ospedale di Schio, dove Nino spirò poco dopo.