Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Agli inizi di Luglio 1944 Pavolini militarizzò il Partito Nazionale Fascista. Ogni iscritto al PNF doveva obbligatoriamente entrare nelle formazioni militari chiamate Brigate Nere.
Questo il loro inno


“Nelle vostro file, è il fior dei fascisti;
quasi tutti son vecchi Squadristi;
pronti ad osare e pronti ad ardire,
e nessuno, ha paura di morire,
di morire, per la nostra Italia bella,
per far rifulgere, di gloria, la sua stella.
Il vostro emblema, è il teschio di morte,
che vi spinge a pugnar forte forte,
in grigio verde e con camicia nera,
sempre in alto, sventola la Bandiera,
la Bandiera, il glorioso Tricolore,
che vi darà forza, coraggio ed onore.
Brigate nere, Brigate della morte,
da voi dipende, dell’Italia la sorte,
il compito datovi, dal Duce Mussolini,
è di combattere il nemico, entro i confini.
In mano tenete, il vostro fido moschetto,
in alto sventola l’invitto Gargliardetto.



Degli orrori e dei massacri che questi perpetrarono parleremo dettagliatamente. Qui intanto riportiamo la prima sfilata di questi straccioni, pochi malearmati, malvestiti. Il primo in basso a destra della foto è il "cagnaro" che troveremo nelle stragi dei Grilli, di Selva di Trissino, di Asiago e in ogni luogo dove la famigerata brigata nera "Turcato" di Valdagno fu mandata

 

A Vicenza si era ricostituito entro il settembre 43, in quasi tutte le zone, il Partito Fascista che al rientro di Mussolinni dalla Germania divenne il Partito Fascista Repubblicano. Se, inizialmente, al pertito fascista aderirono soprattutto i compromessi e i beneficiari dei favori del vecchio sistema-regime apparve chiaro che i tedeschi avevano bisogno di servi obbedienti e spietati. La direzione del PNR di Vicenza venne perciò presa da Giovanni Caneva che si dà immediatamente da fare in tutte le direzioni sia strettamente di partito che istituzionali: vengono riaperte ove è possibile tutte le sedi di partito, in vista dell'anniversario della marcia su Roma si prevede di uscire con una grande presenza, nel frattempo i Podestà (Sindaci non eletti) vengono sostituiti da Commissari Prefettizi di sicura fede fascista o, almeno, simpatizzanti.
Come detto in premessa nel Luglio 44 il PNR venne militarizzato e vennero costituite 41 brigate nere

Di seguito l'elenco delle Brigate Nere suddivise per regione. Fra parentesi, la relativa provincia di reclutamento, tra parentesi quadre il link al "martire" a cui erano intitolate

Piemonte

Ispettorato Regionale del Piemonte (successivamente Ispettorato Brigate Nere del Piemonte) da cui dipendevano:

Lombardia

Ispettorato Regionale della Lombardia (successivamente Ispettorato Brigate Nere della Lombardia) da cui dipendevano:

Veneto

Ispettorato Regionale del Veneto (successivamente Ispettorato Brigate Nere del Veneto) da cui dipendevano:

Emilia-Romagna

Ispettorato Regionale dell'Emilia (successivamente Ispettorato Brigate Nere dell'Emilia) da cui dipendevano:

Liguria

Ispettorato Regionale della Liguria (successivamente Ispettorato Brigate Nere della Liguria) da cui dipendevano:

Toscana

Altri comandi

Raggruppamento Brigate Nere Mobili:

  • I Brigata Nera Mobile "Vittorio Ricciarelli"[50], poi "Italo Barattini" (Milano)[52]
  • II Brigata Nera Mobile "Danilo Mercuri"[53] (Padova)[54]
  • III Brigata Nera Mobile "Attilio Pappalardo"[55] (Bologna)[56]
  • IV Brigata Nera Mobile "Achille Corrao"[57][58]
  • V Brigata Nera Alpina Mobile "Enrico Quagliata"[59] (Dronero-Cuneo)[60]
  • Brigata Nera Mobile "Dalmazia" (Milano) (non completata)[61]
  • Brigata Nera Mobile "Tevere" (Milano) (non completata)[62]
  • Brigata Nera Mobile Arditi (Milano)[63]

Brigate Nere Autonome:

Inquadrati nelle Brigate Nere e dipendenti direttamente dal comando generale erano anche i seguenti reparti:

  • 1º Reparto d'Assalto "Onore e Combattimento", formato da elementi provenienti dai Gruppi di Azione Giovanile federali (Milano)
  • Compagnia Giovani Fascisti "Bir el Gobi" (Maderno)

Brigate Nere Autonome d'Oltremare:

A causa delle limitazioni in armi ed equipaggiamento, le Brigate Nere, che pure avevano avuto un consistente numero di iscritti sin dall'inizio della loro istituzione, dovettero per forza di cose fortemente limitarsi negli arruolamenti e di conseguenza non poterono raggiungere velocemente la forza teorica prevista, nonostante il progetto prevedesse tre battaglioni per brigata, per una forza totale teorica di 1 400 uomini. La forza variava notevolmente: in media una Brigata Nera contava 2-300 uomini effettivamente impiegabili, e Brigate particolarmente consistenti come la "Ather Capelli" di Torino o la "Aldo Resega" di Milano, che disponevano di oltre 2 000 uomini ciascuna, erano eccezioni. L'incalzare degli eventi e il precipitare della situazione della RSI causò anche una notevole diserzione nei ranghi degli Squadristi.

 
Squadristi della VI. Brigata Nera "A. Cristina" di Novara, una delle meglio organizzate del Piemonte, tanto che disponeva di armi pesanti come questa mitragliatrice antiaerea Breda SAFAT da 12,7mm, impiegata durante un'azione contro le "bande" in Val Grande, nell'autunno 1944

Alla fine del luglio 1944 vi erano 34 Brigate in via di formazione, che schieravano 17 000 militi. Due mesi dopo le Brigate Nere erano 36 (due in più di quelle previste) e contavano su 30 000 volontari, ma solo 12 000 di questi erano effettivamente mobilitabili a causa della scarsità di armamenti. I restanti 18 000 erano considerati riservisti. In occasione della mobilitazione generale, il 2 aprile 1945, il Capo di Stato Maggiore generale Edoardo Serafino Piero Facdouelle comunicava la mobilitazione complessiva di 29 000 uomini sia in armi sia in servizio (notare che a quella data i partigiani in armi pronti alla battaglia finale superavano i 100.000 uomini). A quella data i caduti delle Brigate Nere ammontavano a 11 comandanti di brigata, 47 ufficiali, 1 641 squadristi e 9 ausiliarie

Nella zona della stella operava una delle compagnie più feroci: la Turcato, comandata da un sadico (Tommasi)

Un giudizio postumo sulle brigate nere può essere quello delo storico Ricciotti Lazzaro:
"La superiorità alleata era schiacciante, soprattutto in morale. Quegli uomini lanciati contro il colosso nazista erano giovani, preparati e intelligenti ed eguagliavano i tedeschi per carattere e capacità. I volontari che accolsero l'appello di Pavolini furono invece, salvo eccezioni, gruppi raccogliticci con ragazzi anche di 13 anni e vecchietti di 70, che credevano ancora in un mitico squadrismo anni venti, quando la semplice massa, alcuni autocarri, i manganelli e un po' di bottiglie di olio di ricino potevano decidere il destino di uno Stato. 
Ecco: l'ultimo fascismo nacque così, all'insegna di una incredibile illusione, e storicamente già sconfitto.
Non vi furono mai nella nostra storia recente reparti di più basso livello morale e tecnico militare"