Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Riportiamo da Studi Storici Giovanni Anapoli le informazioni sulla banda del capitano Polga. L'uccisione dello stesso non avvenne da parte di uomini della Stella, ma nella rappresaglia ne furono coinvolti alcuni.

La vicenda:
La “Banda Polga”, così chiamata perché organizzata dal capitano della Polizia Ausiliaria repubblichina Giovanni Battista Polga, agisce spacciandosi per formazione partigiana, mettendo a ferro e a fuoco, con furti, rapine, violenze, violazioni, saccheggi, maltrattamenti, stupri e omicidi la provincia di Vicenza.
Per la Resistenza è quindi indispensabile individuarli e smascherarli, inchiodandoli alle proprie responsabilità.
A questo scopo, il Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale (CLNP) e il Comando Militare Provinciale (CMP), agendo in stretta collaborazione, costituiscono un gruppo di azione “anti-Polga” che comprende il prof. Giustino Nicoletti (insegnante all’Istituto Tecnico Commerciale), Carlo Segato “Marco – Vincenzo” del CMP, il dott. Luigi Follieri (Commissario Aggiunto alla Questura di Vicenza, addetto all’Uff. Centrale), Ottorino Bertacche, Raffaello Dal Cengio, Dalla Pria, Gian Battista Bassan e altri, tutti patrioti infiltrati nella polizia ausiliaria repubblichina.
 
Questo gruppo riesce a individuare i componenti della banda e a denunciarli pubblicamente, obbligando le autorità repubblichine a processarli e a farli condannare dal loro stesso Tribunale Speciale fascista il 23 agosto 1944:
  • - Eugenio Rigon di Giovanni, Stefano Rambaldelli di Giuseppe, Aldo Montresor di Luigi, Luigi Terreran di Domenico, Armando Negrello di Tulio, Mario Sisti di Pasquale, tutti della PAR e Giacinto Salco di Riccardo della GNR Ferroviaria, sono condannati alla pena capitale;
  • - I fratelli Bruno Silvio e Novenio Righetti, in quanto civili, attengono la “grazia” e la commutazione della pena in 20 anni di prigione;
  • - Dori Lino viene assolto per insufficienza di prove.
Le condanne capitali vengono eseguite il 4 settembre 1944 presso il Poligono di Tiro di Vicenza.
 
Alcune delle azioni di cui si è macchiata la “Banda Polga”
  • “Il 21 luglio u.s. (21 Luglio 1944) alle ore 2, in località Scodegarda del comune di Longare, una decina di banditi, mediante scalata, penetravano nella villa del benestante Girolamo Bassani saccheggiandola ed asportando circa lire 20.000, una bicicletta, alcuni oggetti d'oro ed altro, arrecando un danno complessivo di circa lire 50.000.” dal Notiziario (“Mattinale”) della GNR di Vicenza di Vicenza al Duce del 2.8.44, pag. 14.
  • “Tra le operazioni di maggior rilievo si menzionano: l'arresto di nove persone partecipanti ad una associazione a delinquere che terrorizzava le zone limitrofe al centro urbano di Vicenza, mediante rapine per valori rilevanti che si calcolano in complessivo a circa dieci milioni. Gli arrestati sono stati condannati, dal tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, alla pena capitale, poscia commutata, limitatamente a due condannati, ad anni venti di reclusione, in accoglimento di ricorso per grazia. Dei giustiziati, numero sei appartenevano alla Polizia Ausiliaria e uno alla Milizia Ferroviaria.” dalla relazione sull'attività della Questura di Vicenza al Capo della Polizia del 12.10.44.
Interessante è anche quanto ricorda della vicenda e del processo contro la “Banda Polga”, il giovane repubblichino Umberto Scaroni:
“Nella zona di Longare, ...una banda di rapinatori prese di mira le famiglie del posto, irrompendo di notte nelle loro abitazioni e commettendo furti, violenze e soverchierie d’ogni genere. Anche la casa della zia (la famiglia del prof. Bassani) fu visitata dai banditi, che vi entrarono mascherati e con la minaccia delle armi ne asportarono denaro, vestiti e tutti gli oggetti di valore che trovarono. Un giorno, infine, la clamorosa notizia. I rapinatori – che talvolta avevano anche usato violenza alle donne immobilizzate – erano stati scoperti e arrestati: si trattava di cinque (in realtà nove) agenti della polizia ausiliaria che per compiere le loro azioni criminose si erano giovati dei privilegi e degli speciali permessi di circolazione connessi alle funzioni del loro servizio pubblico. Tutti “rei confessi”, furono deferiti al Tribunale Militare di Guerra, che si riunì a Palazzo di Giustizia, ... Quello che maggiormente mi colpì, fu la strana ed incredibile tecnica adottata dagli imputati per sostenere non l’innocenza, dato che avevano confessato il reato, ma la loro “buona fede”. Tutti, infatti, chiamati a deporre, giunti davanti ai giudici scattavano ostentatamente sull’attenti, eseguendo un perfetto “saluto romano”; quindi, proclamando ad alta voce la loro assoluta fedeltà all’Idea Fascista, affermavano di aver agito con l’intenzione di “procurarsi i mezzi per continuare a combattere contro il nemico anglo-americano anche dopo la possibile invasione del territorio italiano”! ...”.
Altre rapine compiute dalla “Banda Polga”:
  • - La notte dal 19 al 20 febbraio 1944, la “Banda Polga” compie una rapina in Viale Verona, 163, nell'abitazione dell'avv. Eugenio Pisoni di Domenico.
  • - La notte dal 30 giugno al 1 luglio ‘44, la “Banda Polga” compie una rapina a Villa Colpi Silvestri a Povolaro di Dueville a danno di Lucia Colpi Salvetti, gli avv.ti Giulio e Antonio Tozzi, Ugo Zanfrà.
  • - La notte del 11 al 12 agosto 1944 la “Banda Polga” compie una rapina a Bertesina, nel rustico in Via Quintarello di Paulon Antonio di Giovanni (proprietario in Vicenza del noto negozio di biciclette, moto e macchine da cucire in Via Manin, 11) e dove è sfollata la famiglia di Monteverdi Italo di Carlo: asportano vestiario, oggetti personali, salami, denari e alcuni gioielli.
  • - Il 14 agosto ‘44, rapina compiuta da 14 banditi della “Banda Polga” presso l’abitazione di Angelo e Romolo Cecchetto a Ghizzolle di Montegaldella; tra gli altri vengono rapinati, Michele De Zotti di Massimiliano e il prof. Bordin Eros di Fausto, figlio di un gioielliere da Padova, lì sfollato, a cui vengono sottratte monete, bracciali, un portasigarette d’oro e 3.000£.
  • - Altre rapine: a Longare nelle ville del prof. Bassani e di Elia Bassani, allora segretario politico del fascio di Longare, che al processo dell’agosto ‘44 si scagliò violentemente contro i componenti la banda, guadagnandosi il loro rancore che esplose la notte del 29.8.45 nel corso della seconda rapina compiuta dopo la Liberazione; all’Esattoria Consorziale di Isola Vicentina; contro il principe Gonzaga, le famiglie Giacomelli, Bordin e Tedescon di Polegge; alla Latteria di Colzè; a danno dell’ing. Pietro Stefani a Villa Valmarana e ad un altro benestante di Grantorto (Pd).
Risolto abilmente il problema dei falsi partigiani, al CMP rimaneva da eseguire la “condanna a morte” decretata dal CLNP nei confronti del capitano Giovanni Battista Polga, reo non solo di aver organizzato la banda, ma anche di aver diretto molte azioni di rastrellamento contro le formazioni partigiane vicentine e responsabile di varie esecuzioni, anche di civili. L’occasione giusta per dare esecuzione alla condanna è il 28 novembre ‘44, nei pressi di Priabona di Monte di Malo
.
Almeno cinque componenti la “Banda Polga” sarebbero però sfuggiti all’arresto e quindi alla condanna.
Sembrerebbe infatti che, Augusto Losco e Ruggero Maltauro, dopo essersi resi responsabili di un furto (o più furti) di opere d’arte su mandato di Polga, quando il loro capo decide di disfarsi di loro in quanto testimoni scomodi, fuggono e passano con i partigiani del Distaccamento “Lampo” del Btg. “Ismene”, assumendo i nomi di battaglia di “Gatto” e “Attila”. Ma purtroppo il lupo perde il pelo non il vizio.
Altri tre della “Banda Polga” si sarebbero prima salvati dalla retata e poi infiltrati nel Btg. “Cocco” della Brigata “Stella”, si tratterebbe di: Aurelio Pilotto e certo Muterle detto “Maresciallo” da Caldogno, e certo Cortiana detto “Broca”. Questi tre provocatori e spie di Polga, il 26 ottobre ’44, alle ore 23:00 assalgono a Vivaro di Dueville il mulino di Ennio e Vittorio Bagarella, cassieri della Brigata Territoriale “Loris” del Gruppo Brigate “Mazzini”, rubando 10.000 lire.
Il comandante della “Loris”, Italo Mantiero “Albio”, si convince (o lo convincono) che a compiere la rapina siano stati tre garibaldini del Btg. “Ismene”, guidati da Bruno Micheletto “Borochetta”, uomo di fiducia del “Tar”.
Ma la vicenda è completamente diversa da quella che, in buona o malafede, ha raccontato “Albio”, è una vera e propria provocazione del capitano Polga per spargere zizzania tra le formazioni partigiane. Infatti, interessato il CMP di Vicenza, la Brigata “Stella” e il Btg. “Ismene”, si accerta velocemente la verità e vengono presi drastici provvedimenti: Aurelio Pilotto è arrestato già il 29 ottobre, ma dopo essere stato interrogato da Carlo Segato “Marco”, tenta di fuggire e viene ucciso; “Maresciallo” e “Broca”, infiltrati prima nel Btg. “Cocco” della Brigata “Stella” e poi nei distaccamenti “Lampo” e “Fra-Sardo” del Btg. “Ismene” della Brigata “Pasubiana”, vengono processati e giustiziati verso la metà di novembre.
I nazi-fascisti coinvolti:
- Compagnia della Polizia Ausiliaria presso la questura repubblichina di Vicenza.
- Giovanni Battista Polga, Eugenio Rigon, Stefano Rambaldelli, Aldo Montresor, Luigi Terreran, Armando Negrello, Mario Sisti, Giacinto Salco, Dori Lino, Bruno Silvio e Novenio Righetti, Augusto Losco “Gatto” e Ruggero Maltauro “Attila”, Aurelio Pilotto, … Muterle “Maresciallo” e … Cortiana “Broca”.