Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Qualunque sia stata la valutazione del dopoguerra va affermato che per le particolari condizioni del Veneto il quadro e la prospettiva militare furono determinanti nelle scelte operative molto  di più di ogni considerazione politica. Vogliamo qui riportare alcuni di questi elementi:
La guerra è, di per se stessa follia. Ma in questa follia vi è una certa razionalità. Tutti capivano che per la Germania la guerra era persa, ma se questa poteva conservare forze e posizioni consistenti poteva trattare, verso gli alleati occidentali, da posizioni di una certa forza. Qui la razionalità si scontrava con la totale follia di Hitler e della sua cricca.
Ma gli alleati pensavano che questa fosse una opzione che i tedeschi avrebbero percorso. La posizione di forza era la cosiddetta "ridotta alpina" della Baviera, Tirolo e parte dell'Austria dove i tedeschi potevano resistere facilmente un altro anno dopo l'invasione delle pianure del Nord della Germania. In questo anno l'opinion pubblica americana e inglese potevano far pressione sui Governi per far cessare perdite ormai considerate inutili.
Questo concetto improntò le iniziative strategiche degli alleati: al Nord tagliare fuori la Baviera dal resto della Germania (e incaricato di questo compito fu Patton), al sud accerchiare le truppe della linea gotica a sud del Po.
Ma tutto il nord Italia era pieno di soldati tedeschi che potevano defluire dai passi montani verso la Francia, da Genova e Torino verso il Veneto e formare la prime linee di difesa sul Po, sull'Adige, sul vecchio fronte trentino, sul Piave e sull'Isonzo.
Che i tedeschi della gotica fossero o meno sconfitti a Sud del Po era da prevedere che verso il Veneto sarebbero confluite masse immense di soldati. Alla fine, tra l'Adige e il Livenza si arresero 400.000 tedeschi. Nella più ottimistica delle previsioni sarebbe stato uno scontro di 5 a 1, realisticamente di 10 a 1, in realtà poi si rivelò di 20 a 1 a sfavore dei partigiani.
Longo e il CLN Alta Italia di Milano avevano ben presente il problema e la loro soluzione fu l'insurrezione nazionale. Se ogni grande città e ogni città secondaria fosse insorta avrebbero inchiodato i tedeschi dove si trovavano impedendo il deflusso da Ovest a Est. Poi vi erano anche motivazioni politiche, ma queste erano un'altra cosa.
Nel veneto le forze partigiane attendevano la valanga che sarebbe arrivata. Non era percezione di tutti: per la maggior parte i battaglioni e le pattuglie pensavano a liberare i vari paesi, a liquidare i fascisti ed a instaurare amministrazioni democratiche. Ma il problema era ben presente sia al comando generale della Garemi che ai vari ufficiali di collegamento delle missioni alleate.

Un altro degli aspetti da considerare era che le forze partigiane non avevano un sistema di collegamenti e informazioni sufficientemente rapido; si può dire che era ancor peggio che ai tempi di Napoleone perchè mancavano del tutto di ricognitori avanzati talchè avrebbero saputo di essere investiti dalla valanga tedesca solo quando questa si presentava davanti alle loro posizioni. Inoltre le battaglie sono sempre confuse, ma questa si presentava fin dall'inizio spezzetata in singoli episodi senza molte possibilità di manovra delle forze partigiane e senza molta possibilità di gestire l'aiuto reciproco tra i vari battaglioni.

In questo quadro Nello Boscagli (Alberto) individuò correttamente Schio come il punto centrale della confluenza della ritirata tedesca nel vicentino e decise di porre il comando della Garemi presso questa città. Le altre formazioni che occupassero Arzignano, Montecchio M., I piedi della Lessinia e Chiampo: sarebbero stati gli avamposti di una difesa scaglionata in profondità per 25-30 km. Difesa che probabilmente sarebbe stata sfondata, ma nel frattempo avrebbe ritardato la fuga dei tedeschi permettendo agli anglo americani di raggiungerli.
Straordinariamente questa difesa in profondità non solo resse bene l'urto, ma passò al contrattacco come dimostrò la formazione del Tar che dall colline di Gambugliano si spinse verso Vicenza occupandola.

Nell'immagine l'arrivo a Caldonazzo dei terribilissimi paracadutisti tedeschi. Stremati, ma sovraccarichi di armi

Come ho appena detto l'insurrezione nazionale aveva anche scopi politici, e qui il discorso si fa complesso perchè basato su consapevoli finzioni da parte degli alleati e dei partigiani. Ma questo sarà argomento di un altro Post.