Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Pubblicazione del gruppo storico Valle dell'Agno
Sono trascorsi settantacinque anni e tuttavia, ancora adesso, mani pietose depongono ogni 9 gennaio un mazzetto di elleboro davanti alla lapide che ricorda il tenente pilota americano Lee Antony McAllister, assassinato dalla polizia militare tedesca nei pressi di Recoaro Terme. Questa la sua terribile storia.
Lee Anthony era nato a Salem (Oregon) il 17 maggio 1920. Nel gennaio del 1943 si arruolò nell’esercito e divenne pilota dei bombardieri medi B-25. Trasferito in Europa nella seconda metà del 1944, fu assegnato al 310° Gruppo basato a Ghisonaccia, sulla costa orientale della Corsica, da dove partivano le missioni di bombardamento nel sud della Francia e nell’Italia settentrionale.
Domenica 10 dicembre 1944 il bimotore comandato da McAllister, il “Donna Marie II”, partecipò con altri ventuno bombardieri alla distruzione di un tratto della linea ferroviaria del Brennero, all’altezza di Dolcè in val Lagarina. Ma, giunto sull’obiettivo, la contraerea tedesca colpì l’aereo. McAllister riuscì a mantenerlo in linea di volo per alcuni minuti dando modo ai cinque membri del suo equipaggio di lanciarsi con il paracadute e di toccare terra tra Selva di Progno, Bosco Chiesanuova e Velo Veronese; McAllister si lanciò per ultimo e toccò terra in Comune di Crespadoro ferendosi ad un piede. I cinque furono fatti prigionieri dai tedeschi che li trasferirono nei campi di concentramento in Germania e, finita la guerra, poterono tornare negli Stati Uniti; McAllister fu salvato dagli uomini del Battaglione garibaldino “Giorgio Veronese” che lo trasportarono a Molino di Altissimo, in casa di Giuseppe Cavaliere, “Amleto”, commissario politico della formazione partigiana. La famiglia Cavaliere tenne nascosto e curò il pilota americano fino a quando non fu in grado di riprendere a camminare.
Si trattava adesso di farlo passare dalla valle del Chiampo alla valle dell’Agno dove, tra i monti sopra Recoaro Terme, operava la missione inglese “Dardo” (emanazione della “Freccia” del maggiore Wilkinson) che l’avrebbe fatto proseguire per la Svizzera. McAllister lasciò la famiglia Cavaliere la sera del 29 dicembre 1944, accompagnato da “Amleto” e da “Catone”, commissario politico della Brigata “Stella”. Il trasferimento fu molto faticoso: i tre si potevano muovere solo nelle ore notturne su sentieri fortemente innevati e con un freddo intenso. La notte del 31 dicembre raggiunsero la base della “Dardo” ma non trovarono nessuno perché un rastrellamento fascista aveva costretto la missione a spostarsi in un nuovo rifugio posto sulla riva sinistra del torrente Agno. Senza più contatti, senza più viveri, con “Amleto” febbricitante, il primo gennaio 1945 i tre si videro costretti a infrangere la regola di non muoversi mai di giorno e, nell’attraversare la strada Recoaro-Valdagno, furono intercettati da un’auto del Comando superiore Sudovest che il Feldmaresciallo Kesselring aveva dislocato nel centro termale vicentino alcuni mesi prima. “Catone”, “Amleto” e McAllister si gettarono giù per la scarpata del torrente inseguiti dai soldati tedeschi: i primi due riuscirono a raggiungere la sponda opposta e a scomparire tra gli alberi mentre McAllister, non pratico dei luoghi e ancora convalescente, rimase indietro e fu fatto prigioniero.
Portato nel carcere mandamentale di Valdagno, venne trattato come un “bandito” dal momento che, sopra la divisa, aveva messo abiti civili regalatigli dai Cavaliere. Il pilota americano fu torturato perché rivelasse i nomi di coloro che lo avevano tenuto nascosto per tanto tempo, ma non parlò. La detenzione di McAllister durò otto giorni: nel pomeriggio del 9 gennaio 1945 soldati della polizia militare tedesca lo prelevarono dal carcere e si diressero in auto verso Recoaro. Giunti nel luogo dove era stato catturato, lo fecero scendere fino al greto del torrente e lo uccisero con due colpi di pistola alla nuca. Poco dopo si presentarono al segretario comunale di Recoaro e dichiararono di “aver ucciso un bandito che tentava di fuggire”. In attesa della sepoltura, il corpo di McAllister fu trasportato in un ripostiglio adiacente alla sacrestia della chiesa parrocchiale di Recoaro. Mani pietose deposero di nascosto tre mazzetti di elleboro davanti alla porta e tra le inferriate delle finestre di quella improvvisata camera mortuaria.
L’11 giugno 1945 gli americani riesumarono la salma di McAllister e la trasportarono nel cimitero militare statunitense di Mirandola. Il rientro nella sua città natale avvenne il 6 aprile 1949. Da allora il comandante del B-25 “Donna Marie II”, ufficiale salvato dai partigiani e “bandito” assassinato dai tedeschi, riposa nel Mt. Crest Abbey Mausoleum di Salem.
Fonti e Bibliografia:
National Archives and Record Administration (NARA); Air Force Historical Research Center (AFHRA); Maurizio Dal Lago-Giuseppe Versolato, “Il caso McAllister”, Recoaro Terme 2001; “Sempre con la morte in gola”, Archivio storico della Brigata Stella, a cura di Giancarlo Zorzanello-Maurizio Dal Lago, Schio 2008, pp. 88-90;
Maurizio Dal Lago-Franco Rasia, “Ufficiali e ribelli. Piloti americani e missioni inglesi nella Resistenza veneta. 1944-1945”, Cornedo 2018.
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