Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Tratto da "Studi storici Anapoli"
 
Sciopero operaio e rappresaglia nazi-fascista.
 
Le vittime:
- Luigi Cocco, cl. 21, da Montorso Vicentino, operaio; fucilato il 30.3.44 al Castello della Villa di Montecchio Maggiore.
- Umberto Carlotto di Benvenuto, cl. 12, operaio; fucilato il 30.3.44 al Castello della Villa di Montecchio Maggiore.
- Cesare Erminelli di Arturo, cl. 14, operaio; fucilato il 30.3.44 al Castello della Villa di Montecchio Maggiore.
- Aldo Marzotto di Mario, cl. 10, operaio; fucilato il 30.3.44 al Castello della Villa di Montecchio Maggiore.
- Giuseppe Rampazzo, cl.1896, nato a Vicenza, montatore specializzato; arrestato a Arzignano, è deportato a Fossoli e Bolzano, il 5.8.1944 è a Mauthausen; muore a Gusen il 10 gennaio 1945.
- Giovanni Salvato, operaio; arrestato a Arzignano, è deportato a Fossoli, rilasciato dopo circa due mesi per gravi motivi di salute, muore subito dopo la fine della guerra per le privazioni subite.
“Solo ora giunge notizia che il 28 marzo u.s., in Arzignano (Vicenza) circa 1500 lavoratori della fabbrica motori Pellizzari e della conceria Brusarosco si astennero dal lavoro per protestare contro il provvedimento di precettazione di operai da inviare in Germania per il servizio del lavoro. Avendo l’autorità tedesca sospesa la precettazione, le maestranze ritornarono al lavoro senza dar luogo ad incidenti” dal Notiziario (“Mattinale”) della GNR di Vicenza al Duce del 5.4.44.
“31 marzo 1944. Fucilazione in provincia di 4 operai che hanno promosso uno sciopero” Dal Notiziario “mattinale” per il Duce della GNR di Vicenza del 7.4.44.
“Il 30 marzi u.s., ad Arzignano, le autorità tedesche del posto fucilarono quattro operai dello stabilimento di Pompe e Motori Pellizzari, colpevoli di aver organizzato lo sciopero in detta fabbrica. La sentenza è stata letta, alle ore 9 del giorno successivo, da un maggiore germanico alla presenza di tutti gli operai” dal Notiziario (“Mattinale”) della GNR di Vicenza al Duce del 16.4.44.
I fatti: gli operai per protestare contro il sorteggio di 100 lavoratori da inviare in Germania, scendono in sciopero il mattino di martedì 28 marzo 1944; il Comando tedesco di Arzignano, dopo aver avvisato del fatto il Comando tedesco di Valdagno, minaccia pene severe per chi continua lo sciopero; il mattino stesso il commissario del fascio Ottorino Caniato, chiede telefonicamente l'intervento delle SS di Verona, all'insaputa dello stesso Comando tedesco locale.
Quando le SS intervengono (tra loro anche Antonio Spanio) gli operai sono già tornati al lavoro ma Caniato vuole una lezione esemplare e nel pomeriggio del 28 marzo le SS arrestano in fabbrica, a lavoro ripreso, 6 operai: Umberto Carlotto, Guido Celadon, Luigi Cocco, Cesare Erminelli, Aldo Marzotto e Vittorio Sartori. I sei sono portati al Comando tedesco; tre giorni dopo, il 31 marzo, Vittorio Sartori è liberato. La mattina dopo, mercoledì 29 marzo, sono chiamati “per un breve colloquio” all’Ufficio Personale, 25 dipendenti: Giacomo e Giuseppe Albiero, Carlo Arnoldi, Maria Barcarolo, Antonio Bevilacqua, Agostino Daffan, Romeo De Marzi, Luigi Gaiarsa, Romolo Galiotto, Mario Gambaretto, Girolamo Gennaro, Luigi Giordani, Giuseppe Grigolo, Giacomo Massignan, Silvio Molon, Amadio Muraro, Giovanni Priante, Giuseppe Rampazzo, Giovanni Salvato, Giuseppe Tadiello, Bruno Temolo, Ubaldo ing. Tentori, Giacomo Tonin, Sigfrido Verlato, e Costantino Zini.
I venticinque operai sono portati al comando tedesco; la sera stessa, forse perché donna, è liberata Maria Barcarolo, mentre Caniato riesce a far liberare Carlo Arnoldi, perché fascista repubblichino.
Già il 28 marzo, in Via Campagnola ad Arzignano i tedeschi hanno perquisito e saccheggiato anche l’abitazione dell’operaio Cesare Erminelli, poi fucilato, e di sua moglie Antonia Pellizzaro. Il 29 marzo, Altissimo subisce il suo primo rastrellamento.
Giovedì 30 marzo, Umberto Carlotto, Luigi Cocco, Cesare Erminelli e Aldo Marzotto, sono caricati su una vettura, portati al Castello della Villa di Montecchio Maggiore e fucilati.
Gli altri 24, caricati su un camion, sono portati alla Caserma “Sasso” a Vicenza (sede della Feldgendarmerie), e dopo diciotto giorni deportati nel Lager di Fossoli (Carpi-Mo).
Da Fossoli è scarcerato prima l’ing. Tentori e successivamente il Molon e Giovanni Salvato, per gravi motivi di salute. Quest’ultimo muore subito dopo la fine della guerra per le privazioni subite.
Gli altri 21, dal Lager di Fossoli sono trasferiti al Lager di Bolzano e dal 5 agosto ’44 sono deportati a Mauthausen. Dopo un mese di prigionia, a Mauthausen rimangono solo Costantino Zini e Giuseppe Rampazzo, perché invalidi; quest’ultimo muore a Mauthausen-Gusen il 10 gennaio 1945.
Gli altri 19, invece, distribuiti a piccoli gruppi in varie località della Germania e dell’Austria, sono obbligati al lavoro in industrie meccaniche di guerra.
I nazi-fascisti coinvolti:
- BdS-SD di Verona.
- Antonio Spanio.
- Squadra d’Azione del PFR di Arzignano.
- Caniato Ottorino, Carlo Arnoldi, Pilade Ferrari, Giovanni Roviato, Pietro Selmo, Mario Sgaggio, Giuseppe Modini, Giovanni Portinari, … Bredo e altri.