Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Riporto la testimonianza dal libro di Lino Rigoni.

Dopo il terribile rastrellamento del 9-12 settembre 44 la "Pasubio" di Marozin si era dissolta e l'area era stata occupata dalla Stella che aveva costituito il battaglione "giorgio Veronese". Come spiegato in altro post (Verso la liberazione: il quadro strategico.) le forze partigiane avevano avuto dagli alleati la direttiva di impedire che i tedeschi raggiungessero la linea di difesa dal Garda al Grappa. Questo confliggeva ovviamente con il desiderio delle popolazioni che avrebbero voluto che i tedeschi scappassero senza esser disturbati.

Ecco la testimonianza

"La sera del 23 Aprile una grossa compagnia con autocarrette trainate da cavalli, armata fino ai denti -circa 130 uomini- veniva dal fronte. Una compagnia della Wehrmacht, addestrata com'era sopo anni di dura guerra. Era al completo con capitano, ufficiali e sottufficiali, ormai vicina alla sua patria, colo qualche giorno di marcia.

...

Il mattino del 24 si ha sentore che i partigiani vogliono portare via a loro le armi. Ed ecco un partigiano passare vicino alla ontrada con un vecchio 91 dell'altra guerra e dice che bisogna disarmarli e via di corsa verso il paese.
Mio padre alla vista di quel partigiano incomincia a gridare e a chiamarci e dice -sono le ultime ore di guerra e vogliono farci uccidere tutti- Aveva ragione. Ci ha nascosto in una cantina a volto, poi camuffò l'entrata. 
I partigiani erano in sei, male armati e mal piazzati. I tedeschi circa 130 sparpaglieti entro i muri delle case bruciate, con armi automatiche e munizioni a volontà.
Un partigiano con un fazzoletto bianco si avvicina: lo conducono dal comandante. Il partigiano chiede la resa. Il capitano non acconsente e il partigiano se ne va.
Dopo mezz'ora torna e dice loro che sono circondati, che non hanno via di scampo.
Tutta la gente, al contrario di mio padre, e malgrado ciò che avevano passato, inconschi dell'imminente pericolo e curiosi di quello che stava succedendo erano tutti a sspiare tra gli angoli e dietro ai cespugli.
Certamente i tedeschi li credettero tutti partigiani e per di più si rendevano conto di essere in una valle disastrata.
Decidono di consegnare metà delle armi e di tenere le altre per difesa.
In quel momento arriva una macchina con una giovane partigiana che comincia a gridare <arrendetevi, arrendetevi> e qui devo proprio dire che qualche santo ci ha aiutato.
I tedeschi, certamente stanchi di usare le armi cominciano a buttarle e i curiosi a raccoglierle. Certamente non sapevano nemmeno come usarle."

Poi i tedeschi si arrendono